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Storia

La Comunione delle ASL del Lazio è proprietaria dei beni immobili e mobili da reddito originariamente appartenuti ai disciolti Enti Ospedalieri, e non utilizzati a fini sanitari, dislocati sull’intero territorio regionale.

Si tratta del patrimonio immobiliare trasferito in proprietà ai Comuni, territorialmente competenti, con la Legge 833/78 (Istituzione del Servizio sanitario nazionale) al momento dello scioglimento dei suddetti enti ospedalieri e ritrasferito alle Aziende Unità Sanitarie Locali successivamente alla promulgazione del D.Lgs. 502/92 (Riordino della disciplina in materia sanitaria).

La Regione Lazio con Legge Regionale 18/94, successivamente modificata dalla Legge Regionale 37/98, ha disposto che tale patrimonio sia trasferito alle Aziende USL del Lazio in comunione pro-indiviso. Ciascuna ASL del Lazio partecipa alla proprietà di ogni singolo cespite secondo una quota percentuale stabilita in relazione al numero di abitanti serviti dalla stessa ASL.

La Legge Regionale 37/98 dispone che il trasferimento di proprietà da ogni singolo Comune alle ASL in comunione avvenga mediante Decreto del Presidente della Giunta Regionale (oggi Determinazione Dirigenziale) a cui fa seguito la sottoscrizione di un verbale di consegna, atto mediante il quale sono ricongiunti proprietà e possesso dei beni.

Il patrimonio della Comunione delle ASL consta attualmente di circa 780 unità immobiliari concentrate prioritariamente nei Comuni di Albano, Monteromano e Fiumicino - Borgo Palidoro (950 ca. unità immobiliari, localizzate nel Comune di Roma, sono state apportate al Fondo “Lazio”),15.000 Ha di terreni (aziende agricole, boschi, aree per insediamenti produttivi, ecc.), di alcune emergenze di carattere storico culturale (es. il Castello di Santa Severa, Palazzo Calabresi a Viterbo, ecc.) e di numerose opere d’arte (quadri, suppellettili, ecc.).

La Comunione delle ASL opera dal mese di maggio del 2000. In questi anni ha svolto la sua attività attraverso un continuo confronto con le amministrazioni locali ove ricade il patrimonio immobiliare trasferito o ancora da trasferire, sviluppando una attività di tipo istituzionale particolarmente onerosa al fine di individuare, di concerto con le stesse amministrazioni locali e la Regione Lazio, specifiche soluzioni per le diverse problematiche che il patrimonio in questione presenta.

Nell’ottobre del 2004 la Comunione delle ASL ha stipulato una convenzione con RisorSa s.r.l. società del gruppo regionale controllata dalla società Sviluppo Lazio S.p.A.. Tale convenzione prevede l’affidamento dei servizi aventi ad oggetto le attività volte alla ricognizione tecnica e amministrativa del patrimonio, nonché la gestione ordinaria dello stesso, rimanendo di competenza della Comunione delle ASL ogni atto di natura straordinaria relativamente ai quali RisorSa è chiamata a svolgere servizi di consulenza specialistica. Nel processo di vendita, Comunione si avvale dei servizi di stima di Agenzia del Territorio, nonché per quanto attiene le procedure di alienazione del patrimonio agricolo previste dall’art 17 della Legge Regionale 29/2003, dell’attività di valutazione di ISMEA Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare.

Ad oggi la Comunione attraverso RisorSa gestisce direttamente i beni trasferiti dai Comuni di Albano Laziale, Acquapendente, Castiglione in Teverina, Celleno, Grottaferrata, Monteromano, Palestrina, Roma (immobili non apportati al Fondo “Lazio”), Velletri, Viterbo.

 
Territorio

Il vasto patrimonio agricolo trasferito o in fase di trasferimento alla Comunione delle ASL del Lazio è costituito da aziende, terreni e cave estrattive localizzate sull’intero territorio regionale (Tarquinia, Monteromano, Civitavecchia, Tivoli, Agro Romano, Roma, etc.), per una superficie complessiva di circa 13.000 ettari

Tale patrimonio può essere così classificato:

- Aziende agricole di piccole, medie e grandi dimensioni
- Terreni concessi in affitto o occupati senza titolo
- Aziende Agricole gestite direttamente dai Comuni
- Terreni riconpresi in aree naturali protette (Riserve naturali - Enti Parco Regionali)
- Terreni gravati da enfiteusi, livelli o uso civico

Si rammenta che tale patrimonio apparteneva per la maggior parte al Pio Istituto di S. Spirito ed Ospedali Riuniti di Roma e, fino allo scioglimento degli EE.OO., produceva le derrate alimentari utilizzate dagli stessi ospedali romani.

Fino alla soppressione degli Enti Ospedalieri (1978) quindi, la gestione dei fondi era affidata all’Ufficio Agrario del Pio Istituto che si occupava non solo dell’osservanza dei contratti d’affitto ma anche della progettazione tecnica delle opere di miglioria e di bonifica agraria e della loro regolare esecuzione.

Tutto il patrimonio terriero era dato in affitto con capitolati diversi secondo il tipo di coltura (estensiva-intensiva) e con disposizioni inerenti non solo all’organizzazione della coltivazione ma anche al miglioramento dell’Azienda che era a carico dell’affittuario (contratti ad meliorandum).

Nel 1943 fu adottato un primo esperimento di gestione diretta da parte del Pio Istituto delle Aziende limitatamente alla Tenuta di Castel di Guido e nel 1958 alla Tenuta del Cavaliere, con finalità di salvaguardia dell’Agro Romano e di ricerca di particolari settori delle attività agricole (tali tenute sono ancora oggi condotte dal Comune di Roma).

In relazione al patrimonio fondiario, l’attività in fase di realizzazione prevede, per ogni singola azienda condotta in affitto la puntuale verifica della consistenza dei confini poderali delle colture effettivamente praticate, nonché della sussistenza o meno del titolo di detenzione. A tale scopo Comunione ha sottoscritto una convenzione con la società Agriconsulting S.p.A. alla quale, unitamente a RisorSa, ognuna per le proprie competenze, è stato demandato lo studio e l’inquadramento del territorio interessato, ed anche l’organizzazione del catasto conduttori. Questo anche al fine di dare seguito a quanto disposto dalla Legge Regionale 29/03 art.17, che disciplina sia le procedure da adottare relativamente al rinnovo dei contratti agrari, sia le modalità di alienazione dei beni (ISMEA).

Per quanto riguarda le aziende di grandi dimensioni attualmente gestite direttamente dai Comuni si sottolinea che l’importante ruolo ambientale e sociale che rivestono nel territorio cui appartengono, induce a valutare percorsi di valorizzazione che tengano conto di tali specificità; pertanto, nell’ambito di tali programmi dovranno essere adottate misure di tutela e salvaguardia sia del territorio che dei livelli occupazionali degli attuali lavoranti.

Infine per la parte del patrimonio gravata da enfiteusi e livelli, si sottolinea che la maggior parte di questi fondi si trova nelle Province di Frosinone e Latina. Alcuni di questi terreni sono già stati affrancati attraverso il pagamento di un corrispettivo determinato nel rispetto della normativa vigente in materia. Il rischio più frequente, per queste realtà, spesso sconosciute allo stesso Comune che nel cui ambito territoriale sono comprese, è quello che, laddove il concedente (prima l’ente ospedaliero e poi il Comune) non abbia effettuato nel corso degli anni una adeguata ricognizione della proprietà, con conseguente riaffermazione del proprio titolo, il livellario/enfiteuta abbia maturato il diritto di proprietà per intervenuta usucapione.

 
Superficie Territoriale......
13.000 ha circa
Indirizzi Produttivi.............
Diversi
Produzioni..........................
Diverse
 
 
  Alcune aziende e/o poderi producono e commercializzano al dettaglio le loro produzioni
 
   
 
 
 
 
 
 


 

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